13.3.15

Dolce&Gabbana o Volta&Gabbana? PARTE III

Altro che Volta e Gabbana, Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati sempre fin troppo coerenti: il presepe, la tradizione, l'omosessualità come condizione personale che non va sbandierata.
Sia nell'articolo del 2005, ancor di più nell'intervista del 2006, e più che mai nella copertina di Panorama di oggi, sono totalmente indifferenti alla lotta per i diritti della comunità lgbt.


Un vero peccato: questi Prìncipi della Moda, credo la coppia di omosessuali famosi apertamente dichiarata più longeva d'Italia, noti in tutto il mondo per la propria arte, potrebbero dare una grossa spinta verso il raggiungimento della parità dei diritti (a livello internazionale!).

E non credo che tutta questa indifferenza sia legata al fatto di essere ricchi, famosi, importanti, come dice la Bignardi.
La questione è molto più semplice: come moltissimi omosessuali anche loro sono convinti di essere una spanna sotto la normalità, non in tutto, solo in certe cose, ma che sono le più importanti, quelle che toccano la tradizione più sacra: il matrimonio, i figli. Si tratta di una condizione naturale che secondo loro va accettata per quella che è: dice Domenico, avere un figlio non mi è concesso, e me ne sono fatto una ragione.
Non pensano cioè di discriminarsi da soli o di discriminare qualcuno con le proprie affermazioni, perché non ritengono che  si tratti di discriminazione. 
Ed è proprio questo essere vicini alla tradizione che gli da l'illusoria sensazione di essere sempre legati per un mignolo alla condizione tanto agognata: la normalità, altura misteriosa, che nessuno sin ora è riuscito a scalare, ma di cui molti dicono di aver raggiunto la vetta.

Sui social è iniziato il boicottaggio. L'hashtag è #BoycottDolceGabbana.

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